Cosa Vedere

Paese natale del Cardinal Guglielmo Massaia e del violinista e compositore Giovanni Battista Polledro, il paese di Piovà è caratterizzato da un centro storico ricco di edifici di pregio e costituito da due borghi collocati su alture limitrofe alla sinistra del torrente Triversa: Cornegliano, dove si svilupparono il Castello e la Parrocchiale, e Bricco, dove sorgeva l’antico ricetto. Tra i due, con funzione di cerniera, corre la strada paese, su cui si affaccia il Municipio. Tra le sue caratteristiche, quella di essere il paese della menta, per la sua antica tradizione di coltivazione di questa erba officinale.

Chiesa Parrocchiale “S.S. Pietro e Giorgio”

La chiesa dedicata ai Santi Pietro e Giorgio, di cui il secondo è anche patrono del paese, rappresenta uno dei più mirabili esempi di Barocco Piemontese. La sua costruzione, iniziata nel 1749 e terminata nel 1774, è attribuita all’architetto della corte sabauda Benedetto Alfieri.  Completamente atipica per trovarsi in un così piccolo paese, fu commissionata dai Marchesi Ricci e in origine doveva formare un unico complesso edilizio con il loro Palazzo.

L’installazione di TerrEmerse

Per ricordare che qui un tempo vi era il mare,  l’artista Giorgia Sanlorenzo ha dato il via ad un percorso dal titolo TerrEmerse: venite a scoprire il fossile numero 13, il tortiglione, che si trova in un punto panoramico proprio in direzione della collina fossilifera di Piovà!

Palazzo Municipale

Non si hanno notizie certe dell’origine di questo palazzo, caratterizzato da un’architettura settecentesca, sobria ma composita nelle sue caratteristiche formali. Durante i lavori di restauro, tuttavia, in una sala è stato rinvenuto, in corrispondenza del centro volta, un impianto decorativo ottocentesco, dove un’aquila è affiancata da un cartiglio reso tono su tono.  Il tema dell’aquila potrebbe collegarsi al fatto che Piovà fino al 1731 fece parte del contado Radicati di Cocconato il cui simbolo araldico è proprio l’aquila dorata in campo nero, e che pertanto questo palazzo appartenesse anch’esso ai Marchesi Ricci.

Chiesa romanica di San Martino di Castelvero

Nella piazza che prende il nome di San Martino, un tempo territorio di Castelvero, oggi frazione di Piovà, si eleva uno sperone tufaceo sulla sommità del quale sorgono i ruderi di questa chiesa romanica. Tra le più antiche in assoluto, è legata ai primi culti cristiani, come dimostra il suo doppio abside, una particolarità che la rende unica nel suo genere.

Regione Santonco

La Chiesetta di Santa Maria della Valle è posta in una circolare radura circondata da boschi, in località Santonco,  una zona ricchissima di presenze fossili e pareti stratigrafate. Oltre alla bellezza naturalistica del luogo, dove si trova anche il noto Lago Freddo, la particolarità di questa zona è collegata anche alle numerose leggende che da sempre ne fanno un luogo di pellegrinaggio e di ritrovo per la popolazione della zona.

Chiesette minori e piloni votivi

Il paese di Piovà conta complessivamente 11 chiese. Tra le chiesette minori che meritano di essere visitate o perlomeno osservate dall’esterno, vi sono la piccola confraternita delle Umiliate di Santa Elisabetta, unica per il suo curioso campanile triangolare, la confraternita della Santissima Trinità, oratorio di San Carlo, e la Cappella della Madonnina che, a nord-ovest del Bricco, segna l’inizio dell’antica via del sale che e conduce, con un percorso di dorsale molto panoramico, fino a Cocconato. Altrettanto numerosi sono i piloni votivi che sorgono nelle aree di campagna e che spesso venivano dedicati a San Grato, protettore dei raccolti e quindi degli agricoltori.

Antico pozzo

L’antico pozzo pubblico, recentemente restaurato, sorge nella valle tra il concentrico e la frazione San Pietro, conosciuta da tutti come “valle del pozzo” proprio per la sua presenza. Dalla forte capacità idrica, un tempo era il lavatoio pubblico, e da sempre i piovatesi vi attingono per attività agricole o di allevamento del bestiame. Su una struttura portante di mattoni erano allineate su ciascuno dei lati lunghi almeno tre lastre di pietra inclinate verso il centro. Quando nel 1930 le abitazioni di Piovà furono dotate di acqua corrente, il lavatoio cadde in disuso. La struttura rimase fino agli anni ’50: le lastre, asportate, furono in parte riutilizzate per farne delle panchine. Oggi è anche luogo di sosta e refrigerio per i turisti e i tanti visitatori che si muovono fra queste splendide colline in passeggiate a piedi, bicicletta o cavallo.